Cosa c’entra l”artrite con il peso corporeo?
Lo scopriremo in questo articolo dove parlerò soprattutto del grasso viscerale che affligge non solo le persone in sovrappeso e/o obese ma anche i soggetti magri con delle grosse pance.
Il grasso viscerale:
Anatomicamente il nostro addome è ricoperto nella parte più esterna di grasso sottocutaneo a protezione delle fasce muscolari, e sotto i muscoli retti addominali, nella cavità addominale, c’è il grasso addominale o viscerale.
È quel grasso che cresce tra le pliche dell’intestino, è la parte di tessuto adiposo che si concentra all’interno della cavità addominale e si distribuisce tra gli organi interni e il tronco, dando in alcuni casi un aspetto di pancia a botte.
Il grasso che toccate, che pizzicate, si chiama grasso sottocutaneo. Questo è un grasso dinamico. Va e viene a seconda delle abitudini alimentari e dello stile di vita.
C’è un aumento di grasso intorno allo stomaco, fegato, colecisti, intestino, reni, cuore e genitali. L’eccesso di grasso viscerale blocca il flusso di sangue e linfa negli organi interni. La ventilazione dei polmoni peggiora e l’ossigeno nel corpo diventa squilibrato, il che porta a difficoltà nella respirazione e nel sonno.
Il grasso viscerale non cresce proporzionalmente con il grasso sottocutaneo.
Ci mette tanto ad aumentare di volume così come ci mette altrettanto a diminuire. È un tipo di grasso particolare, dannoso per la nostra salute quando è esteso. È come avere un tessuto costantemente infiammato, che manda molecole infiammatorie in circolo e che a lungo andare creano anche stati infiammatori seri. Molte patologie iniziano proprio quando c’è uno squilibrio tra sistema ossidante ed antiossidante, ed i fattori infiammatori (stress ossidativo) prendono il sopravvento
Molti pensano che il grasso sia solo una forma di deposito di energia. In realtà è un tessuto attivo, che ha funzioni endocrine ed emette molti fattori negativi per il nostro stato biochimico.
Guardando camminare questi pazienti noto sempre un’alterazione nell’andatura, qualche forma di zoppia o qualche smorfia di dolore (all’anca ai piedi, alla zona lombare).
Esiste allora un nesso tra le persone con molto grasso viscerale e qualche forma di artrite?
Come mai l’imputato e’ proprio il grasso viscerale ?
L’artrosi, la forma più’ comune di artrite, consiste in una riduzione delle cartilagini che separano tra di loro le ossa e hanno lo scopo di impedire che queste sfreghino tra di loro.
Quando le cartilagini perdono la loro funzione primaria, causano forti dolori (dovuti appunto allo sfregare delle ossa le une contro le altre) e nel tempo deformità delle ossa ( per approfondire potete leggere il mio articolo ” DOLORI REUMATICI”).
E’ una malattia molto diffusa, ne soffre un americano su sette.
Per molti anni si riteneva che l’artrite dell’anca o delle ginocchia fosse dovuta a un logoramento estremo delle articolazioni a causa del peso eccessivo che gli arti dovevano subire nelle persone in sovrappeso. Si dava per scontato che una donna di 50 kg non avrebbe avuto gli stessi problemi alle anche o alle ginocchia, come una donna di 80 kg.
In realtà non e’ cosi semplice.
Il grasso viscerale produce potenti agenti infiammatori che sono anche responsabili delle infiammazioni alle articolazioni : (potete approfondire leggendo il mio articolo “LA NUTRIZIONE COME FATTORE CHIAVE DELLA SALUTE”).
E’ stato infatti documentato che gli ormoni che mediano i fenomeni infiammatori {come i fattori di necrosi tumorale, le interleuchine, la leptina}, hanno il potere di infiammare e corrodere anche le articolazioni.
La leptina in particolare ha sulle articolazioni un effetto distruttivo diretto. Piu’ e’ elevato il peso in eccesso, maggiore e’ la quantità di leptina che si trova nel liquido sinoviale, maggiore sarà il danno per le articolazioni e le cartilagini. (Il livello di leptina presente nelle articolazioni rispecchia con precisione quello del sangue ).
Il rischio di artriti quindi e’ maggiore per chi ha più grasso viscerale (infatti le persone con un girovita più ampio hanno il triplo di possibilità di subire un intervento di artroplastistica all’anca o al ginocchio), ne consegue che perdere peso aiuterà’ sicuramente i fenomeni artritici.
Tutto questo spiega anche perché le articolazioni non sottoposte a un carico eccessivo, come le dita delle mani, sviluppino fenomeni artritici.
L’enorme diffusione dell’artrite porta a pensare che sia un fardello inevitabile da portare con l’avanzare dell’eta, ma in realtà le nostre articolazioni hanno tutto il potenziale, se messe nelle giuste condizioni, di funzionare alla perfezione.
Le cartilagini delle articolazioni sono molto sensibili, estremamente longeve (le stesse cartilagini che avevate a 25 anni, sono le stesse che avrete a 70 anni); ma le cellule che le compongono sono incapaci di riprodursi, una volta danneggiate non si può tornare indietro.
Esse subiscono tutti gli eventi biochimici della vostra vita, compresi gli eventi glicemici: chi ha un’alimentazione particolarmente ricca di zuccheri, con picchi glicemici continui sottopone le articolazioni anche al fenomeno della glicazione.
La glicazione e’ un meccanismo fisiologico che prevede la modificazione irreversibile delle proteine nel sangue e nei tessuti dell’organismo (comprese le articolazioni come le ginocchia, le anche, le mani). Se le proteine delle cartilagini (tipo collagene) subiscono la glicazione divengono destramente rigide.
I danni della glicazione sono cumulativi e rendono la cartilagine più fragile, rigida e nel tempo tendera’ a sgretolarsi: ecco la comparsa delle infiammazioni, dolori, distruzione della cartilagine tipica dell’artrite.
Glicemia alta, glicazione e grasso viscerale sono i principali responsabili della distruzione delle ossa e delle cartilagini.
Diventa fondamentale allora, nella cura e nella prevenzione di queste patologie, porre estrema cura e attenzione alla dieta e allo stile di vita che ogni giorno adottiamo: significa essere consapevoli che possiamo essere noi stessi artefici della nostra salute o della nostra malattia.