Non tutti sono a conoscenza della valenza che riveste l’osteopatia in ambito pediatrico.
Non è facile pensare che un bambino molto piccolo possa aver bisogno dell’osteopata, ma anche nei neonati i traumi correlati alle strutture ossee (e non solo) e le alterazioni funzionali che ne conseguono sono abbastanza ricorrenti.
L’osteopatia può rappresentare un utile supporto per prevenire e accompagnare il bambino durante tutte le fasi del suo sviluppo e favorire una crescita sana verso la vita adulta.
In alcuni paesi europei il neonato è sottoposto a screening osteopatici di routine durante la permanenza in ospedale.
L’intervento osteopatico può rivelarsi molto efficace anche e soprattutto subito dopo il parto, per alleviare il trauma dell’evento e le molteplici sollecitazioni a cui il cranio del bambino viene sottoposto durante il travaglio e il parto:
Il passaggio della testa del feto lungo il canale del parto determina un modellamento delle ossa craniche ed uno stimolo meccanico essenziale per uno sviluppo regolare e di tutto il corpo, ma rappresenta anche un evento traumatico per il neonato, le cui ossa a quest’eta’ sono piuttosto malleabili e possono subire delle deformazioni dovute al gioco di pressioni esercitate durante il parto e l’espulsione.
Vi e’ mai capitato di vedere neonati che hanno una forma strana del cranio (ad esempio un cranio allungato, o cranio più’ prominente da un lato, occhio più chiuso…naso più schiacciato)?
Tento sempre di rassicurare i genitori che questo non rappresenta una patologia ma, se naturalmente durante i primi giorni di vita extrauterina il cranio non riprende la normale forma, le mani dell’osteopata possono aiutare a riportare la forma del cranio in una situazione più fisiologica.
In realtà spesso le deformazioni del cranio durante l’espulsione nel tempo vengono riassestate completamente.
Molte delle patologie che l’osteopatia neonatale si propone di risolvere sono legati a disturbi del nervo vago o dell‘ipoglosso.
Il nervo vago va dalla base del cranio allo stomaco e a tutti gli organi viscerali ed è responsabile dei movimenti intestinali e di alcune funzioni cardiovascolari.
L’ipoglosso è un altro nervo cranico che assiste le funzioni muscolari della lingua.
La compressione che il cranio riceve, nel passaggio dal canale pelvico, può creare irritazioni dei suddetti nervi cranici causando sintomi quali :
- coliche, rigurgiti, aria intestinale
- irratabilita, pianti frequenti
- suzione difficoltosa, disturbi nella deglutizione
- disturbi del sonno.
Questi sono tutti sintomi riconducibili a una tensione e/o compressione delle membrane intracraniche che creano irritazione dei tessuti alla base del cranio di conseguenza ai nervi vaghi e ipoglosso.
In entrambi i tipi di parto se il processo di adattamento non si verifica in maniera completa, per esempio perche’ la nascita è stata difficoltosa, con conseguenti alterazioni di mobilità di alcune ossa craniche, non ancora saldate, c’e’ la possibilità di sviluppare disfunzioni a carico del sistema visivo e occlusale; diventa allora fondamentale l’osteopata, che interviene per riequilibrare i vari sistemi e per permettere una migliore fisiologia, eliminando le disfunzioni ed evitando che queste si possano manifestare in futuro.
A seconda della disfunzione cranica presente, nel bambino possono infatti manifestarsi nel tempo problematiche specifiche:
- Allergie, asma, faringiti, riniti, sinusiti, otiti, adenoiditi, difficoltà respiratoria possono essere legate ad un’alterazione del movimento delle ossa del cranio o di una scorretta mobilità del diaframma toracico.
- L’utilizzo della ventosa può creare stiramenti sulla dura madre e fasciali, responsabili di disequilibri vertebrali: alterazioni a carico della colonna e del sacro possono dare luogo a squilibri posturali che si evidenzieranno durante la crescita come scoliosi, dismetrie e dimorfismi degli arti inferiori (ginocchia vare, valghe, alterazioni dell’arco plantare).
- La presenza di emicranie, cefalee, strabismo, cattive occlusioni possono essere legate a lesioni o tensioni delle membrane intracraniche o cranio-sacrali.
Nei casi di plagiocefalia posizionale l’osteopatia ha un’altissima percentuale di completo successo, e si è rivelata di grande aiuto nei casi di plagiocefalia primaria.
Perche’ e’ importante correggere una disfunzionale craniale che non si e’ risolta spontaneamente?
Prendiamo l’esempio della plagiocefalia:
Una plagiocefalia può alterare :
- la corretta funzionalità visiva di uno o di entrambi gli occhi, perché si modifica la forma dell’orbita con conseguenze sia sul bulbo oculare che sui muscoli estrinseci che lo controllano;
- può causare e mantenere problematiche all’orecchio (come le otiti a causa dell’alterazione della verticalità della tromba uditiva)
- può favorire l’insorgere di sinusiti a causa della deformazione dei seni del frontale
- può produrre problematiche al sistema stomatognatico (bocca) e dell’ATM (articolazione temporo- mandibolare), sia attraverso le asimmetrie della faccia sia della mandibola, che si articola con l’osso temporale .
- l’osso temporale può a sua volta essere alterato dalla deformazione dell’occipite, arretrato o traslato anteriormente, e causare l’insorgere di scoliosi.
Quindi l’intervento osteopatico e’importante per prevenire atteggiamenti scoliotici, malocclusioni, ed aiutare patologie visive come lo strabismo.
Quando dei traumi avvengono nell’infanzia possono disturbare l’integrita’ strutturale dei bambini predisponendoli a una moltitudine di scompensi negli anni seguenti.
L’intento ultimo dell’intervento osteopatico e’ quello di restituire al corpo la sua integrità strutturale e funzionale per lasciare libero spazio alla circolazione dei fluidi: a questo punto il potere di autoguarigione insito nel corpo sarà in grado di fare il resto.