Augurandoci che molto presto questa pandemia globale si concluderà e tutti potremmo tornare alle nostre vite …sara’ davvero tutto uguale ?
Le nostre abitudini saranno le stesse?
NOI saremo gli stessi?
Il nostro apparato psicofisico-emozionale come reagira’ allo stress subito?
Questa condizione di isolamento forzato potrebbe aver predisposto il nostro cervello a qualche tipo di trauma ?
Le domande che mi vengono in mente sono svariate e ringrazio la dottoressa Maria letizia Primo per gli spunti riflessivi interessanti.
Alcuni esperti del settore medico e neuro psichiatrico sostengono che dopo quest’epidemia saremo predisposti a sviluppare una qualche forma di sindrome da stress post traumatico .
Sicuramente quello che stiamo vivendo puo’ definirsi un momento di forte stress, a cui non eravamo preparati, di fronte a cui ci sentiamo impotenti e che ci impone una condizione di solitudine che danneggia fortemente il nostro equilibrio psicofisico ed emozionale.
Siamo essere sociali e relazionarci con gli altri e’ una necessita’.
Lo shock iniziale della notizia, la paura, l’incertezza su cosa fare, l’isolamento rappresentano le basi del nostro vissuto traumatico: la fase acuta; molto presto diventera’ subacuta poi cronica.
Come si comporta il nostro cervello di fronte a un trauma acuto?
Quali conseguenze psicofisiche comporta il suo trasformarsi in un evento cronico ?
Analizziamo intanto le emozioni che scaturiscono dalla fase acuta: PAURA, ISOLAMENTO, IMPOTENZA :
- La paura :
E’ un’emozione basilare e funzionale perche’ ci avverte del pericolo che stiamo vivendo; l’attivazione di alcune aree nella corteccia ci consente di mettere in atto dei processi chimico fisiologici per sopravvivere.
Il cervello dirige la cascata di neuro ormoni secreti nel sangue per attivare gli organi e apparati che in questo momento ci sono necessari e disattivare quelli che non ci servono :
mobilizzare per esempio gli zuccheri e i grassi e ricavare energia per fuggire, cosi come di accelerare la frequenza cardiaca e respiratoria; attivare i muscoli scheletrici per fuggire dal pericolo, sopprimere le funzioni digestive e intestinali (perche’ in questo momento non prioritarie).
Quando abbiamo paura o stiamo vivendo un pericolo reale una delle prime cose che il cervello fa e’ quello di trattenere acqua (elemento vitale) e lo fa attivando i tubuli collettori renali (quelle strutture dove viene riassorbita l’urina).
Viene cosi stimolata la liberazione di ADH o vasopressina : l’ormone antidiuretico che trattiene sodio e acqua (ecco il fenomeno della ritenzioni idrica quando siamo sottoposti a un forte stress).
La natura di fronte a un evento importante spinge tutto l’asse cerebrale-organico-ormonale a modificarsi : questa condizione e’ nota come IPERSIMPATICOTONIA.
Questo stato e’ funzionale solo nel breve periodo (tempo necessario a risolvere il conflitto imminente) ma se perdura nel tempo puo’ causare danni molto seri alla nostra salute predisponendo il corpo alla malattia.
Vediamo quali altre modificazioni comporta lo stato di ipersimpaticotonia:
- Aumento del Cortisolo (ormone dello stress per far aumentare forza ed energia per scappare)
- Aumento di Adrenalina e Noradrenalina ( per far attivare i muscoli scheletrici e scappare ma soprattutto questi due ormoni hanno un azione vasocostrittiva: tolgono il sangue dove in questo momento non serve e lo lasciano solo nei distretti idonei, per lo piu’ muscoli scheletrici e cuore).
- Aumento di glucosio nel sangue ( per avere energia di pronto utilizzo).
- L’isolamento:
In condizioni normali il Cervello ha due priorita’ :
- Mantenerci in vita ad ogni costo e con qualunque mezzo
- Soddisfare i suoi bisogni primari ( nutrimento, accoppiamento)
Ma subito viene la necessita’ di relazionarci di entrare in contatto fisico con gli altri.
Pensate che nella corteccia cerebrale l’area predisposta al contatto e’ una tra le più estese, questo puo’ forse darci una piccola idea dell’importanza delle relazioni sociali nel mantenimento del nostro equilibrio psico fisico.
Dati scientifici dimostrano che nell’animale cosi’ come nell’uomo messi in un periodo di solitudine forzata, nel cervello aumentano i livelli di una proteina NEUROCHININA B (NKB), ed e’ proprio la solitudine ad innescare la proliferazione di tale proteina; che se in quantita’ eccessive risulta altamente infiammatoria.
- Impotenza:
Di fronte ad un pericolo la natura ci ha dato la possibilita’ di agire, di muoverci per risolvere il conflitto. Oggi purtroppo invece ci ritroviamo in una situazione di immobilita’, di congelamento; siamo impotenti di fronte ad una situazione a noi estranea e di fronte alla quale siamo passivi non possiamo fare nulla ..se non attendere.
Tutto questo alimenta ancora di piu’ la paura.
Ma cosa succede se questo stato di ipersimpaticotonia diventa sub acuto e cronico?
Gli effetti multisistemici dell’ipersimpaticotonia cronica:
- Disregolazione della circadianita’ del cortisolo:
Gli effetti di un eccesso di cortisolo sono i seguenti :
- Degrada il tono muscolare (estrae zucchero dai muscoli per fornire energia)
- Aumenta ritenzione idrica (dovuta alla perdita di tono muscolare) e all’aumento di aldosterone (trattiene sodio e liquidi)
- Aumenta gli zuccheri circolanti e i livelli di insulina
- Aumenta la vasocostrizione periferica per aumento di adrenalina e noradrenalina , il sangue non arriva alle estremita’(mani e piedi freddi)
- Attacca ossa e tessuti molli (dolori articolari/ osteoporosi e aumento della soglia del dolore)
- Alterazione del ritmo sonno veglia (quanti di voi si ritrovano insonni in questo periodo?)
- Riduzione della motilita’ gastrointestinale e cambiamento della composizione del microbiota intestinale
(possibilita’ di un aumento di tutte le sindromi dell’apparato gastro intestinali: gastriti, reflusso, permeabilita’ intestinale, colon irritabile, disbiosi ecc.)
•Aumento di frequenza cardiaca, pressione cardiaca e respiratoria
(peggioramento di tutte le sindromi ansiose, attacchi di panico, fobie, fibrillazioni atriali, ipertensione, diabete )
- Aumento della contrattilita’ dei muscoli scheletrici
(comparsa o peggioramento di dolori osteo muscolari, cefalee muscolo tensive, sindrome da stanchezza cronica, fibromialgia, alterazione del ritmo sonno veglia)
- Diminuzione dell’efficienza del sistema immunitario
(predisposizione ad ammalarsi e /o a guarire con tempi molto piu’ lunghi)
- Dissociazione a livello talamico
le informazione che ci arrivano sono disorganizzate (le persone non capiscono più cosa si sta facendo, il pericolo presente sembra durare per sempre )
- Riduzione della dimensione dell’amigdala
Questo riduce empatia e compassione rende le persone meno sensibili, meno disposte ai contatti sociali (tutti coloro che appunto definiamo asociali); si ha un ottundimento sensoriale.
- Aumentata produzione di TGFBeta 1
Proteina che in alte quantita’ e’ altamente infiammatoria
- Riduzione del PH della matrice (acidosi metaboliche )
Predisposizione verso qualunque tipo di patologia sistemica.
I consigli migliori in questo momento cosi’ difficile sono sicuramente
- praticare l’attività’ fisica (anche casalinga visto il divieto di uscire) che comprenda anche tecniche di mindfullness
- curare il piu’ possibile l’alimentazione anche se in molti utilizzano confort food zuccheri, e dolci per combattere l’ansia, la noia, la paura e la solitudine.
Sono altresi’ certa che quando l’emergenza sara’ finita, tutti noi ne usciremo piu’ consapevoli, avremo forse capito il senso delle relazioni e della fragilita’ della vita.
Ci faremo forse qualche domanda in piu’ su quali sono le nostre priorita’, sui compromessi e le scelte a cui ogni giorno cediamo, sulle rinunce e sui sensi di colpa a cui ci sottoponiamo
Oggi che viviamo un pericolo reale ci domanderemo forse se quelle paure NON REALI CHE VIVEVAMO OGNI GIORNO (paura di non farcela, paura di non essere accettati e riconosciuti, paura di invecchiare, paura del futuro, paura della morte ma soprattutto paura della vita ecc. ecc) avranno ancora senso di esistere e toglierci il bello che l’esistenza ogni giorno ci propone.
In conclusione sono convinta che quando l’epidemia passera’ ognuno di noi avrà’ fatto anche un piccolo ma significativo passo avanti verso il cambiamento.